Comunicazione

“Tra il ricevere e il dare c’è di mezzo il mare” o forse non diceva così il proverbio?

Do ut des”, dicevano i Romani, per esprimere il concetto “do affinché tu dia”, “ti do qualcosa in modo che tu mi dia qualcosa in cambio”.

Ho giocato con questa frase ed ho provato ad immaginare un altro significato: do affinché anche tu possa dare; ti do qualcosa e lascio anche a te la possibilità di dare, ti do affinché anche tu possa provare lo stesso piacere nel darmi qualcosa. Sì hai letto bene: “piacere”!

Immagino sarà capitato anche a te di provare piacere, soddisfazione, gratificazione nell’aiutare qualcuno, nel dare ascolto, sostegno, vicinanza a chi ne aveva bisogno.
Poter esser d’aiuto ci fa sentire utili, importanti, aumenta la nostra autostima, dà un ulteriore senso a ciò che facciamo. E allora, se “dare” fa così bene perché non lasciamo che anche gli altri possano provare questo stesso nostro piacere?
Perché non ci apriamo a ricevere lasciando anche agli altri la possibilità di provare soddisfazione e gratificazione nel dare a noi qualcosa?
Detta così suona facile ed immagino che starai rispondendo tra te e te “Sì, perché no?”.
Eppure nella realtà le cose sembrano essere più complesse.

Aprirsi a ricevere per qualcuno di noi vuol dire entrare in contatto con la parte più vulnerabile, più fragile, la parte di noi che ha bisogno, quella parte che noi stessi facciamo fatica a volte ad accettare e ad accogliere.
Il primo passo per ricevere è spesso chiedere e “chiedere” non è una parola che amiamo molto.
E’ più facile pretendere, è più facile pensare che l’altro, solo perché ci vuol bene, debba intuire, capire al volo ciò di cui abbiamo bisogno e debba darcelo come e quando noi lo vogliamo.

Ci vuole energia per chiedere, per esporsi e condividere con l’altro i nostri momenti di difficoltà, energia che per qualcuno può diventare fatica e sforzo.
Chiedere ci fa sentire bisognosi e questo fa vacillare l’immagine di noi come di una persona forte, capace di cavarsela da solo, sempre all’altezza della situazione.
Chiedere può farci sentire più indifesi, più scoperti, può farci contattare la paura del rifiuto, il timore della dipendenza, la delusione delle aspettative disattese.

Quando diamo, al contrario, siamo noi a svolgere la parte “attiva“; possiamo mantenere, in un certo senso, il controllo della situazione, decidere come, quando e quanto dare!

Insomma, a differenza di quello che si potrebbe pensare,dare” è spesso più facile e più piacevole! E allora, se ciò che ci spinge ad offrire il nostro aiuto è il bene dell’altro, facciamo un passo in più, siamo più generosi e apriamoci a ricevere così che anche l’altro possa sperimentare il piacere di darci qualcosa, la gioia di essere utile per noi.

D’altra parte poi, a pensarci bene, se tutti diventiamo così bravi ed esperti nel dare a chi daremo tutti i nostri meravigliosi doni se non ci sarà più qualcuno pronto a correre il “rischio” di ricevere?

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